Gli italiani pensano che la bicicletta sia fondamentale per ridurre due grossi problemi delle città: le emissioni CO₂ (88%) e il traffico (85%).
Eppure solo il 10% la usa per raggiungere il posto di lavoro o studio.
Anch’io ero in quel 90% che non la utilizzava. Solo che, a pensarci bene, non avevo un vero motivo per non farlo.
Così un anno fa ho fatto una specie di fioretto di usare il più possibile la bicicletta come mezzo di trasporto.
Da allora la uso quasi tutti i giorni: per i tragitti brevi – tipo andare al mercato il sabato mattina (1,3 km) – e quelli più lunghi, come quando vado a registrare “Città” (8,2 km).
Curiosità: il 28% degli spostamenti in città è inferiore ai 2 km.

Così, quando è uscito il report 2024 di Legambiente e Confindustria Ancma – “Infrastrutture e politiche di incentivazione per moto e biciclette nei comuni capoluogo italiani” (sotto qualche screenshot) non potevamo non parlarne.
Insieme a Matteo Dondè (esperto in pianificazione della mobilità ciclistica) e Anna Becchi (Campaign Lead di Streets for Kids), abbiamo provato a capire cosa serve davvero per adottare la bicicletta come parte delle proprie abitudini di trasporto.
Come sempre siamo partiti dai dati.
Ma ci interessava anche sfatare un po’ di miti e preconcetti, quelli che spesso scoraggiano chi vorrebbe iniziare, scoprendo che non è solo questione di piste ciclabili.
Spazio. Per fare spazio alla bici bisogna prima liberarlo da qualcos’altro. Non si tratta solo di “limitare le auto”, ma di restituire spazio alle persone. Le ciclabili non bastano, ma restano fondamentali.
Infrastrutture “satelliti”. Non solo piste, ma punti di interscambio, parcheggi sicuri, spogliatoi, punti di ricarica (per le e-bike). Dettagli che fanno una differenza enorme nell’uso quotidiano.
Cultura. Finché continuiamo a raccontarlo come qualcosa da “eroi urbani”, resterà una scelta per pochi. Serve cambiare il modo in cui lo comunichiamo (e visualizziamo). Le amministrazioni possono fare molto, ma il cambiamento passa anche da chi la città la vive ogni giorno: gruppi informali che organizzano pedalate, associazioni che promuovono l’uso quotidiano della bici, comitati di quartiere che chiedono rastrelliere sotto casa o percorsi più sicuri per i bambini. Non solo grandi campagne, servono piccoli esempi concreti e continui, capaci di far diventare la bici un’abitudine normale.
Sicurezza. Non possiamo chiedere alle persone di essere “coraggiose”. Dobbiamo metterle nelle condizioni di sentirsi sicure, ogni giorno.
È stato un episodio in cui ho imparato molto. Te lo consiglio.
A proposito di podcast: ultimamente, mentre pedalo, ascolto più che altro musica.
Mi fa compagnia senza distrarmi troppo — la tengo a basso volume, come sottofondo.
E siccome da un po’ qualche amico mi chiedeva di condividere playlist, ecco i miei ascolti recenti.
Stranamente è quasi tutta musica italiana. Magari piace anche a te.
Cheers,
S